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Odi et amo, scriveva Catullo alla sua Lesbia, lasciandoci in eredità una concezione dell'amore ossimorica e travagliata, celebrata da tutta la futura letteratura occidentale e oggi pienamente radicata nella cultura corrente. Non stupisce allora che anche la festa degli innamorati, che è come dire dell'amore, sia allo stesso modo amata e odiata, entusiasticamente romantica o cinicamente solitaria e, che, come in tutte le religioni, abbia i suoi fedeli e i suoi detrattori, le preghiere e le invettive dei quali sono qui raccolte in cento parole. Un'antologia d'odio e d'amore, dove l'ispirazione classica si incontra e si scontra con uno spirito irriverentemente "illuminista".