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Una sera un bambino svegliato da una forte sete s'incammina verso la cucina; a tentoni, nel buio, cerca l'interruttore. Il bambino ha paura, paura d'incontrare con la mano la sua stessa mano, di trovare un se stesso a lui estraneo senza però trovare la luce. Sarebbe bello - pensa - potersi vedere dall'esterno, per avere la conferma, guardandosi dagli occhi di un altro, di essere soli. il bambino cresce e questo desiderio diventa un inaspettato superpotere, quello della trasposizione. Un giorno piovoso a un ragazzo seduto sull'autobus cade l'ombrello, una signora ne sente il rumore sordo sul pavimento, si volta a guardarlo e, attonita, si riconosce: il ragazzo si sta guardando dagli occhi di un altro. Il potere della trasposizione, ed è solo l'inizio. Alessandro Reina rielabora in questo romanzo l'affascinante tema del doppio annodandolo sapientemente all'antico insegnamento socratico dello gnosis autòn, lo sguardo altrui che disvela a se stessi la propria anima, raccontandoci in brevi ma intensi capitoli un'inedita e brillante fenomenologia dello sguardo.