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Pubblicando il commento al "Pater noster" di Belisario Acquaviva e corredandolo di un'introduzione, di un commento filologico e storico, di uno sguardo ai problemi religiosi, politici e linguistici che esso comporta, Defilippis completa la sua risposta sia alla domanda sulla statura intellettuale di questo rappresentate della nobiltà meridionale e in particolare salentina, sia alla richiesta di una delucidazione, di cui abbiamo ancora bisogno, sulla sua personalità di principe e di religioso, sui suoi rapporti con la curia romana e con il potere spagnolo, sulla sua coscienza di umanista e appartenenza alla comunità linguistica meridionale. In consonanza con questa larga impostazione della ricerca su un autore non di prima grandezza e su un'opera poco conosciuta, il fatto che si recuperi un testo latino di argomento religioso, pur carico di questioni morali, insieme alla sua versione volgare d'autore, assume il valore di una testimonianza di sicuro rilievo.