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Il volume è il catalogo delle opere esposte in una mostra che si propone di dare vita a un confronto tra le arti figurative e l'arte del costruire. L'intenzione è quella di riaffermare l' "aequa potestas" teorizzata da Giorgio Vasari, due parole che sostenevano il pari valore della pittura, della scultura e dell'architettura. Una concezione oggi non più condivisa da tempo o fraintesa, da confermare ma anche da rinnovare nei suoi termini concettuali e operativi dato il contesto oggi profondamente diverso da quello in cui questa idea venne formulata. La relazione tra arti visive e arte architettonica dovrebbe ricostruire un'unità superiore dei linguaggi secondo l'idea che la forma è l'entità quasi impossibile da definire ma fortemente presente nell'immaginario, un'entità che conferisce all'esistenza il suo senso più profondo e le finalità primarie che la ispirano. Gli architetti invitati hanno scelto un'opera - un quadro, una scultura, un video o un'installazione - attorno alla quale hanno pensato un involucro che crea una tensione relazionale e al contempo un dialogo con essa.