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Ha ancora senso parlare degli attributi fisici dello spazio pubblico nell'epoca dell'immateriale e della smart city, nel quadro degli sviluppi delle città del mondo, tra migrazioni totali e crisi ecologiche? Come possono le tematiche ambientali condizionare gli spazi pubblici? È sufficiente confidare nell'innesto salvifico della cosiddetta "quota verde" all'interno delle nostre città o è necessario indagare con maggiore coscienza il significato dei termini ambiente, paesaggio, ecologia? Il volume riflette intorno agli antichi e nuovi rapporti tra gli spazi aperti e le comunità che li abitano: è chiaro da tempo che il feticismo storicista che per anni ha annichilito e annientato le istanze sociali, annacquandole nei cappuccini dello Starbucks degli ambienti sottovuoto da Truman Show degli shopping mall suburbani, non potrà più a lungo rappresentare il modello di spazio pubblico che ogni epoca reclama. Una società può essere definita tale solo quando ha modo di confrontarsi in quello che, proprio per questo motivo, viene definito lo spazio pubblico, nella sua dimensione fisica, sociologica e politica.