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Il ritrovamento a Parigi, nella casa del primo traduttore di Svevo in francese, Paul-Henri Michel (1894-1964), di un dattiloscritto della novella "Una burla riuscita", con interventi manoscritti dell'autore, ha suggerito l'opportunità di una nuova edizione critica di questo testo. Tra le questioni preliminari affrontate nel lungo saggio introduttivo che accompagna l'edizione, s'è imposto un confronto tra questo nuovo dattiloscritto sveviano e gli altri già noti, conservati per lo più a Trieste presso il Museo Sveviano. Da questo confronto, sono emersi elementi nuovi ai fini non tanto di una soluzione, quanto di una più precisa messa a fuoco di alcuni problemi comuni alla situazione testuale dell'ultimo Svevo: quali e quante sono le macchine per scrivere utilizzate da Svevo nel dopoguerra? I dattiloscritti conservati sono stati tutti prodotti a macchina da lui o ci sono delle peculiarità che autorizzano a pensare alla possibilità che alcune pagine siano state battute a macchina da altri?