Tab Article
Giugno del 1978. Una recluta dell'Esercito argentino si aggira per le strade fantasmatiche di Buenos Aires, mentre si giocano i Mondiali di calcio. Ha l'ordine di portare a termine una missione speciale, ma deve attendere che l'ufficiale medico Mesiano venga fuori dallo stadio. In seguito, i due militari, indolenti e sconsolati, viaggiano a sud della città, verso l'incontro calcolato con una realtà sinistra. Martín Kohan narra in modo coinvolgente alcuni aneddoti che illustrano "in negativo" le terribili vicende che hanno segnato l'Argentina negli anni '70 e '80. Le ferite di quel Paese si scorgono così non direttamente ma per le rifrazioni che emanano, attraverso un'agghiacciante "banalità del male". Evitando compiacimento e commiserazioni, "Sempre giugno" racconta l'opacità violenta e oppressiva dell'ultima dittatura militare. Lo scenario che presenta è al tempo stesso un'eco drammatica e una penetrate struttura di avvenimenti. L'euforia nazionalista, il calcolo criminale, l'ossessione, l'annullamento dell'altro e la tortura; tutto si dispone in una scrittura che trattando di orrore abituale, nega ogni tipo di conformismo.