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Nel vasto arcipelago della produzione schmittiana, un angolo è rimasto finora relativamente inesplorato: quello del suo pensiero in materia di diritto internazionale. Eppure le teorie di Carl Schmitt sullo "jus gentium" non solo hanno influito profondamente sulla genesi della sua famosa dottrina sul rapporto fra politica e "nemico", ma hanno assicurato una legittimazione giuridica non trascurabile all'espansionismo hitleriano. Questo saggio ricostruisce criticamente l'"itinerarium mentis" che ha condotto il giurista di Plettenberg, a partire dalla sua autocoscienza di tedesco sconfitto e umiliato dai diktat di Versailles, dapprima a formulare una teoria dei "grandi spazi" come superamento degli Stati nazionali, e poi a costruire una filosofia della storia basata sulla contrapposizione fra Terra e Mare.