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Le sculture, i disegni e gli interventi spaziali di Giovanni Kronenberg innestano brevi interruzioni di natura formale tra i reperti naturali e le testimonianze della cultura materiale: un cristallo di rocca e una perla nera, una bolla di vetro e una pelle di muflone, un torchio antico, grandi spugne di mare grezze, una malachite lavorata, un corno d'alce: questi e molti altri tra gli oggetti - spesso rari e preziosi - che l'artista colleziona e trasforma, in una "grammatica combinatoria" tra materiali e manufatti. La struttura di questo libro, curato da Alessandro Rabottini, propone una metodologia basata sulla sospensione e la dislocazione delle cose nello spazio e nel tempo. Il volume comprende testi critici di Davide Ferri, Simone Menegoi e Alessandro Rabottini, e una conversazione tra l'artista e Pavel S. Pys.