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Solo l'inquietudine che nasce dall'oblio può condurre a una verità non contaminata da stagnanti voragini di sicurezze illusorie. Nell'inquietudine Edipo vive la sua salvifica indefinitezza, che nei tanti significati che assume, permette anche all'eroe un contatto libero con la propria androginità. Edipo non rinasce nell'alto delle sfere celesti, ma nel suolo terrestre. Dal fango rinasce e del fango si nutre. Dall'almo fango Edipo si fa spettatore delle oscenità umane. Spettatore non passivo ma attivo: attore della sua umanità, in quanto "[...] l'uomo è Re di sé stesso / quando ha la forza / di incontrarsi morto prima di morire". Proprio in questo istante l'eroe te-bano decide di osare e con un atto quasi divino "Corregge Dio con Irrisolto". (Giulia Renzi - Fondazione Mario Luzi - marioluzi.it)