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"Quest'opera di Guigli, anche nel titolo, pare alludere a una realtà quasi separata dall'essere, a un dispiegamento di forze attorno alla vita di ciascuno che spingono in una direzione, spesso avversa, e che comunque operano in sottrazione e opposizione con la nostra stessa vita: "Niente per noi si ferma". E ciò allude anche a un implicito segno di resa, una supplica, oltre che una cocente presa d'atto per tutto ciò che ci viene via dalle mani e che non riusciamo a trattenere sul declivio scosceso dell'esistenza. Le poesie di Guigli sono costanti nature morte dipinte con tratti accesi da cui ripartire per dare vita con una scintilla a noi stessi, ci si battezza quasi ai piedi di queste icone, non certo per una sorta di nenia attorno e dentro al dolore ma per la forza iniziatica che tutto ciò ancora una volta conferisce alla vita, come un cenere ai piedi di un bosco infranto che già concerta i suoi germogli." (Mattia Leombruno)