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"Costante è il dialogo con un'altra parte del mondo, con l'altro costato dell'esistenza, sempre connessa la parola dell'autore all'interrogazione dell'universo: sono delle invocazioni "sacrificali" che Salvatore Scialò offre sull'altare delle sue poetiche: L'autore elegge l'universo quale suo interlocutore, lo interroga come un maestro, avverte la soggezione delle sue forze su di lui, il fragore delle onde, le tenebre della notte, e ne è soggiogato da questo rigoroso statuto, si accoda l'animo alla lezione d'eterno che le viene impressa. La sfera tragica e dolente che accompagna la versificazione non è nel senso di uno spirito rinunciatario o arrendevole, non già quale negazione della speranza, sua inerzia o morte, è ancora una volta il gemito della vita nella vita, una partecipazione viscerale agli accadimenti, al dispiegarsi di un'intera esistenza da cui prende forma." (Dalla prefazione di Mattia Leombruno, Presidente della Fondazione Mario Luzi)