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L'innovata cultura del giusto processo, sostenuta dallo spirito europeo alimentato dal flusso pressante dell'evoluzione giurisprudenziale delle Corti europee, costringe da qualche tempo anche i più nazionalisti tra i soggetti attivi nel microcosmo della giustizia penale verso equilibri più avanzati, una volta impensabili. È questo un dato oramai acquisito che costituisce spiegazione adeguata circa il perché di una iniziativa editoriale nuova. Di codici ce ne sono tanti e può dirsi che l'uno vale l'altro, a condizione che l'aggiornamento sia puntuale e costante. Qui però è scandita una linea di cambiamento radicale, consapevolmente voluta ad evidenziare l'idea del cambiamento e del continuo rinnovamento delle idee, che passa necessariamente attraverso il riconoscimento della posizione gerarchicamente prevalente del diritto delle Corti sovranazionali. Il Codice di procedura penale annotato inaugura una nuova Collana di norme per le aule d'udienza e per le aule d'università, che coniuga contenuti informativi di base classici (la rassegna completa delle decisioni di Corte costituzionale e Sezioni Unite della Corte di cassazione) con profili propositivi e per certi versi creativi (la selezione di decisioni di Corte di Giustizia dell'Unione Europea del Lussemburgo e di Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo). L'organizzazione del lavoro ha impegnato un ristretto e qualificato nucleo di magistrati, avvocati impegnati nella professione, ricercatori e professori universitari, accomunati nell'aspirazione a fornire una conoscenza obbiettiva e documentata dello stato della giustizia penale attuale, attraverso la ricostruzione attenta dei principi elaborati dal diritto delle Corti.