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L'incontro inaspettato tra lo scultore costaricano Jorge Jiménez Deredia e l'ecostoria, un metodo di ricerca che si applica da qualche decennio presso l'Università di Pisa. L'ecostoria, ossia la storia dell'abitare, consente di studiare la civiltà di tutti: anche delle civiltà definite "senza storia" ma in realtà dimenticate dalla storia ufficiale. La scultura di Deredia riprende - non solo nelle forme - la cultura dei nativi del suo paese, i Boruca, e la attualizza in una proposta contemporanea di pacificazione globale. Su questi temi si è verificato l'incontro. La Ruta de la Paz è un progetto ecostorico, architettonico, scultoreo. Si tratta di nove spazi che saranno costruiti in altrettanti paesi americani, dal Canada, passando per Stati Uniti, Messico, Yucatàn, Costa Rica, Colombia, Perù, Cile, fino all'Argentina. L'arte, con la sua forza di convincimento intuitivo, ricrea i luoghi rituali in cui riecheggiano, rinnovati, gli antichi simboli della convivenza appartenuti alle civiltà precolombiane. "Nella mia visione della vita, penso che noi stiamo facendo un viaggio insieme a tutto il cosmo, che siamo materia soggetta al fluire del tempo, polvere di stelle che si trasmuta". La proposta trae i suoi contenuti dalla tradizione di società non aggressive, non gerarchiche, neppure ierocratiche. La pace cui si riferisce Deredia non è l'intervallo fra due conflitti. Prefazione di Denise Ulivieri. Postfazione di Piero Pierotti.