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A seguito di una singolare disfunzione cui non è posto rimedio, in un mattino coperto da un grigio fondo, un treno parte per perdersi lungo le rotte di un viaggio che non sembra avere né meta certa né termine. Sulle carrozze in movimento, nello scorrere di sequenze a metà realistiche a metà visionarie, trabalzano frammenti del nostro vivere sociale, con il suo sciame di incoerenze, di frustrazioni e di disagi, e intanto il protagonista, un viaggiatore abituale, traccia un bilancio della sua esistenza tra memorie e malumori, autocoscienza ironica e prove di pensiero, furori polemici e impegni a resistere, residui conati di speranza e analisi disincantate del presente. Per lo spaccato della vicenda ed anche per i suoi risvolti metaforici, lo si può intendere come il romanzo di un pendolare: un romanzo al di fuori degli schemi di genere convenuti, segnato da aperture allegoriche, condotto in chiave tragicomica e grottesca con una cura speciale per il montaggio narrativo, per la rete dei rimandi letterari, per la struttura del linguaggio.