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Alberto Arioli è un uomo all'equatore della vita, stagione in cui "le buone maniere, le condotte politically-correct e le prudenze strategiche fanno posto all'istinto di conservazione". Ed è, appunto, per spirito di sopravvivenza, che accetta un'emigrazione al contrario, dalla Lombardia alla Puglia; che si mette alle spalle la borghesia malandata a cui appartiene; che si fa bastare un giornale in cui si respira il disagio di una professione che ha smarrito il proprio senso. Ma per il compleanno Alberto non scende a compromessi, per il suo "cinquantesimo" si regala un viaggio lungo un mese, in America del Sud. Un viaggio che diventa tragitto dentro se stesso, e sentiero contro ciò che aveva creduto potesse bastargli. Sullo sfondo di questo romanzo, la controfigura di due movimenti che descrivono ironicamente il vuoto in cui langue la politica: da una parte il Partito dei Demiurghi, e dall'altra Federazione Illuminata, che assolvono i propri doveri ricorrendo all'abitudine più diffusa nella provincia italiana: l'esercizio della calunnia.