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Gadda è sempre stato considerato un uomo solitario, e invece ha avuto amici devoti come pochi e considerava l'amicizia una grande forma di esercizio della moralità dell'individuo. E questo libro è proprio la storia di una grande amicizia, vissuta al di fuori degli ambienti letterari del tempo, e quindi al di fuori di ogni sospetto di convenienza. Maurizio Barletta ha conosciuto Gadda nel 1949, quando era ancora un bambino. La profonda amicizia che legava Gadda a suo zio, commilitoni nella Grande Guerra, offrì a Barletta la possibilità di frequentarlo fino alla fine degli anni '60, nel periodo della sua formazione intellettuale. Una straordinaria opportunità per cogliere, inizialmente anche nella disarmata sensibilità di un ragazzino, la complessità caratteriale di Carlo Emilio Gadda ma anche la profonda umanità che contrassegnava ogni episodio del quale finiva inevitabilmente per essere protagonista. Gli episodi narrati in queste pagine sul filo dei ricordi, rivelano la compresenza nei suoi rapporti con gli altri di ciò che caratterizza la sua scrittura: il sarcasmo, l'istinto comico, l'improvviso e inatteso furore che si risvegliava in determinate situazioni. Nei numerosi aneddoti qui raccolti, si può cogliere come in lui fossero ben presenti una sorta di perpetuo stupore di fronte all'irragionevolezza dei fatti e il desiderio di sciogliere il nodo nel sarcasmo, la gergalità comica, l'estro linguistico che suggellava ogni suo racconto anche puramente verbale.