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Il saggio è manuale di ricostruzione storica e proposta di fondazione teoretica che entra nel vivo del dibattito sulla possibilità di una ermeneutica aggettivabile come dialogica e veritativa, indagando il rapporto tra essere e linguaggio nella coscienza che "nessuna cosa è dove la parola manca". L'ermeneutica risulta fondativa della realizzazione dell'incontro tra autori, tradizioni, epoche, effetti diversi, ma anche del quotidiano umano dialogare, convivere, collaborare che si attuano in una situazione di complessità, multiculturale e multireligiosa, ineludibile. Questa interpella le posizioni degli interlocutori e qualifica la loro relazione. Il compito dialogico si configura nella compresenza di una molteplicità di interpretazioni che possono entrare in una dialogicità che si fonda sul carattere interpretativo originario dell'esistenza. A partire da questo si approfondisce la rifondazione nell'orizzonte veritativo d'ogni consegnarsi a noi della verità mettendo in luce l'irriducibilità della verità ad una interpretazione ed il suo carattere di inesauribilità. Nell'incontro con gli altri, con l'interpretandum e con le molteplici interpretazioni, si frattura l'apparente certezza soggettiva. C'è un concedersi dell'essere e della verità e c'è un accoglierlo degli interpreti che è frattura continuata dell'ipseità dell'interprete e suo completamento, è scoperta dell'alterità e ritrovamento, è amore del comprendere...