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Era la prima metà del diciannovesimo secolo, in tutta l'Europa si stava affermando un nuovo assetto politico e sociale; lo Stato Nazionale, la cultura, le arti e le tecniche subivano un'accelerazione considerevole, sotto la spinta del pensiero Positivista. Solo in Italia permane un assetto politico-territoriale praticamente feudale, in contraddizione con l'elevato grado di istruzione che i ceti più abbienti ottenevano nelle università e frequentando le Capitali. È tra gli esponenti di queste poche classi privilegiate che si afferma l'idea di uno Stato moderno, che poggi le sue basi su di una Costituzione.