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La "religione di guerra" rappresenta un'importante chiave di lettura per comprendere il primo conflitto mondiale. Narrazioni, simboli e liturgie, frutto dell'intreccio tra cattolicesimo e nazionalismo, alimentarono la mobilitazione "totale" e diedero senso ad un massacro senza precedenti. Come e perché ciò fu possibile? Il libro risponde all'interrogativo mettendo a fuoco un microcosmo - l'arcidiocesi di Firenze - nelle sue articolazioni, personalità e soggetti collettivi, in un gioco di scala tra locale, nazionale e globale. Al centro dell'analisi sono le figurazioni culturali e l'esperienza di una comunità sui generis: una Chiesa tutt'altro che unanime, ma unita da una fede capace di curare il trauma bellico, sostenere l'etica del sacrificio e immaginare un orizzonte di espiazione. Nella parabola dall'anteguerra allo sterminato lutto di massa emerge così il racconto di una "nazione cattolica" finalmente trionfante.