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Carmelo Sirianni, nato in Calabria nel 1906, partecipa da ragazzo alle formazioni giovanili nazionaliste. Intraprende la carriera militare come ufficiale medico e, all'inizio del 1936, parte per la campagna di Etiopia al seguito di un battaglione di ascari libici. L'iniziale entusiasmo per la missione che il fascismo ha indicato agli italiani si scontra presto con le mostruosità della guerra. Il diario che Sirianni tiene per quasi due anni, rimasto sepolto fino ad oggi, lontano dalla retorica e dalla pesante carica ideologica che caratterizza la gran parte delle memorie etiopiche pubblicate in quello scorcio degli anni Trenta, è un racconto vivido di quella esperienza. Pur trovandosi nelle retrovie a curare i feriti, il giovane medico documenta minuziosamente - anche con bellissime fotografie - le violenze, l'uso dei gas, la disorganizzazione dell'esercito, la dura quotidianità della vita militare, esemplificata dall'assillo per i pidocchi. Particolarmente sferzante è la critica al cinismo dei comandi: i tanti ritratti di opportunisti e mediocri che si affollano negli alti gradi sembrano fare da controcanto alla celebrazione degli ideali nazionalisti. Amarezze e orrori della guerra indurranno Sirianni a lasciare la divisa alla fine del conflitto mondiale: specializzatosi in ostetricia e ginecologia a Bologna, eserciterà per lunghi anni la professione di medico a Catanzaro, dove è morto nel 2002.