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Nel mondo antico il concetto di confine (in latino limen) occupa una posizione rilevante. La definizione dei limiti ha permesso nel tempo di stabilire nomi e identità riconoscibili, consentendo all'uomo di ordinare il mondo ed aiutandolo a superare quella paura dell'infinito (in greco tò apeiron, "il senza confine") in cui, come una voragine profonda ed oscura, tutto può essere risucchiato e non tornare mai più. Ci sono confini spaziali (la soglia di casa e le frontiere di uno stato ad esempio), temporali (la fine di un'epoca, di una giornata o addirittura della vita dell'essere umano), metaforici (dell'anima) e altri legati alla sfera religiosa e filosofica (la divisione tra materia e spirito presente nella teologia cristiana e concetto capitale nella storia del pensiero filosofico). La definizione del rapporto con l'alterità, stabilita dal limite, ha condotto nella storia ad un ordine che sconfigge il caos e il timore nell'affrontare vicinanze che devono essere allontanate, che protegge decretando leggi, scritte o silenti, che tentano di annullare la minaccia del baratro dell'infinito. Sicuramente paura, ma anche brama di scoperta, di varcare la soglia dell'orizzonte...