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Le opere veronesi di Andrea Palladio sono spesso state definite "marginali" o "periferiche" e allo stesso modo i committenti scaligeri dell'architetto sono stati considerati per i loro reciproci rapporti e contestualizzati in un ristretto milieu esclusivamente atesino. Nel volume è invece documentata una fitta e spesso sorprendente trama di rapporti tra i clienti veronesi di Palladio e il patriziato vicentino e veneziano che promosse le imprese dell'architetto. La documentazione dimostra inoltre il mecenatismo dei Serego rivolto a artisti e letterati: anche in questo contesto i committenti veronesi dimostrano di appartenere all'ambito culturale veneto più eletto al quale partecipavano numerosi amici e sodali di Andrea Palladio.