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"Scrissi questo libro a Parigi, trovandomi esiliato, rifugiato in tale città, sul finire del 1924, in piena dittatura pretoriana e cesariana spagnola e in un singolare stato d'animo, preda di una vera febbre spirituale e di un'angosciosa attesa. Qualcuno potrà dire che quest'opera manca di rigore compositivo propriamente detto. Di architettura, forse; di vita nella composizione, credo di no. La scrissi, dicevo, quasi febbrilmente, versando in essa, oltre ai pensieri e ai sentimenti che da anni - e tanti! - venivano arandomi l'anima, quelli che mi tormentavano a causa delle disgrazie della mia patria e quelli che nascevano dalle mie occasionali letture del momento. 'L'agonia del cristianesimo' riproduce in forma più concreta, e, per quanto improvvisata, più densa e più passionale, molto di ciò che avevo esposto in 'Del sentimento tragico della vita'. E ancora mi rimane il desiderio di tornarci sopra e di sviluppare ulteriormente il mio pensiero. È ciò che dissero facesse san Lorenzo via via che si andava abbrustolendo sulla graticola del suo martirio." (Dal prologo all'edizione spagnola del 1931)