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"Se vogliamo cogliere le segrete intenzioni di Baudelaire, quelle che tracciano le linee di forza di un genere molto libero destinato a un considerevole sviluppo, forse vedremo apparire tre temi centrali. Il primo è quello della fantasticheria, caratterizzata dall'assenza di argomento, o piuttosto di intreccio, e dalla ricerca di una particolare musicalità. Il secondo è quello dell'aneddoto che per il creatore diventa occasione di estrarre la poesia dal prosaicismo negando la nobiltà dell'argomento, prendendo le parole alla lettera, rigenerando i cliché, esercitando sul linguaggio un'ironia etimologica. Il terzo tema centrale è rappresentato dalla ricerca dell'ironia e del sarcasmo. La poesia può dare via libera all'indignazione e al sentimento di vendetta. Incompiutezza, frammentarietà e assenza di architettura, libertà nella concezione, innovamenti nelle definizioni: grazie alla sua apertura e alla sua modemità, contrastanti con la forma chiusa e tradizionale de 'I fiori del male', 'Lo spleen di Parigi' è diventato spontaneamente accessibile a lettori stranieri su cui ha esercitato più influenza che 'I fiori del male'. In Francia, per essere compreso - Mallarmé, successore immediato, fa eccezione - dovette attendere che strutture mentali ancora vecchie cedessero il passo a un'altra concezione della poesia, concepita come un atteggiamento e non più come un genere di regole codificate." (Claude Pichois)