Tab Article
"Molte figure ci offre la Grecia antica, parole e immagini che la fantasia e l'intelletto stentano a seguire. Storditi da questa varietà, indugiamo su alcune espressioni, secondo affinità istintive. Ma c'è una radice di cui quella molteplicità non è che un manifestarsi; c'è un punto di convergenza, che banalmente si può chiamare il sostrato della civiltà greca, e le cui condizioni astratte si possono delineare, in un certo clima, in un dato ceppo umano, in ciò che urge all'esterno, nelle sofferenze dei padri, ma che è troppo lontano da noi, perché lo si possa cogliere direttamente. Per farlo, dovremmo strapparci completamente da noi stessi. I greci hanno dato dei nomi a questo sostrato. Uno di essi è Orfeo. Per più di mille anni, riemergono tracce di poesie, pratiche religiose legate a questo nome. Noi moderni chiamiamo Orfici questi autori anonimi, ma non si tratta né di una setta religiosa, né di una scuola, né di un movimento qualsiasi; le loro espressioni non sono né di artisti individuali né di poesia popolare. Orfeo, piuttosto, è la voce profonda - anche se non l'unica - della Grecia, da cui sorgono, in parte, la religione, la poesia, la filosofia." (dalla prefazione di Giorgio Colli)