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"I Fioretti" sono il poema d'una nuova, armonica fusione tra divino e umano. Tutte le cose, anche le più umili, vi sono avvicinate e accettate gioiosamente nella loro pochezza come mezzo di ascesi verso il trascendente. Nell'arco protettivo dell'abbraccio di Francesco entrano non solo le figure e gli oggetti di un mondo già disposto al contatto vivificante con la divinità ma anche, e con un'indicazione di preferenza, i simboli di una realtà deforme e atroce, che porta semmai i segni di una segreta corrosione. È insomma l'universo intero dell'esperienza a essere riscattato, senza che il giudizio dell'uomo, volto a soddisfare il proprio interesse, intervenga ad applicare una scala di valori a ciò che, invece, è tutto egualmente degno d'essere amato." (Guido Davico Bonino)