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A partire dal 2004, in Italia, il 10 febbraio è dedicato alla «memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe». Per la parte politica che ha istituito una simile ricorrenza, si è trattato di una formidabile occasione per riscrivere la storia a uso e consumo di un delirio nazionalista, capace di riabilitare il fascismo, sottraendolo alle inappellabili responsabilità rispetto ai crimini compiuti in patria e altrove. In modo particolare, nella ex Jugoslavia, gli italiani non furono affatto "brava gente". Al contrario, come dimostra Giacomo Scotti, il terrorismo ai danni della popolazione civile fu una delle principali caratteristiche dell'occupazione italiana dei territori balcanici: una storia sanguinaria e vigliacca e, proprio per questo, rimossa dalla memoria ufficiale.