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Gli studiosi di storia e in particolare gli studiosi di storia medievale vivono in questi ultimi tempi una singolare contraddizione: da un lato infatti la storia celebra trionfi inimmaginabili nel passato, conquistando fasce di pubblico sempre più vaste grazie ad iniziative culturali di ogni genere; dall'altro vi è una diffusa crisi di identità della disciplina e dei suoi adepti, un disagio per i suoi limiti metodologici, l'aspirazione confusa a ritrovare se non la sicurezza di una volta, almeno la serenità del proprio mestiere. Paradossalmente la storia è divenuta la regina delle scienze umane, nel momento stesso in cui il suo regno è stato abbattuto. Con la conseguenza che il superamento di antiche paure o di inveterati pregiudizi, soprattutto delle chiusure dell'erudizione e del tecnicismo, non ha comportato la soddisfazione e il compiacimento di fronte allo spettacolo dell'avventura umana, bensì l'ansioso allarme per difficoltà inattese.