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"Da sempre, anche sotto forma di biblica condanna ("lavorerai col sudore della fronte"), la 'fatica' è considerata elemento consustanziale rispetto alla vita umana, tanto che la sua assenza o carenza viene ritenuta, a giusta ragione, causa di squilibri individuali e sociali, come del resto possiamo quotidianamente verificare in questa fase della vita nazionale, segnata dall'appannamento dello stesso concetto di lavoro, evidentemente determinato dalla svolta neoliberistica dominante da decenni, sotto forma di inguaribile crisi. [...] anche la letteratura, a suo modo, ha spesso guardato al mondo del lavoro registrandone le diverse problematiche, il che è accaduto soprattutto in ambito narrativo, essendo la poesia quasi statutariamente esonerata dal confronto diretto con la realtà quotidiana [...] Proprio in considerazione di questa sproporzione tra i generi, la sezione creativa di questo numero ha voluto privilegiare l'ambito poetico e ha scelto di ospitare alcuni testi di Fabio Franzin (poesie 'operaie', quantunque l'espressione possa apparire disusata oggi) e un poema in 'stanze' di Francesco Lorusso e Mauro Pierno, 'impiegati' presso il pubblico catasto [...] Segue un inserto speciale dedicato al caso di un Comune dell'hinterland barese, il cui consiglio municipale è stato recentemente sciolto per infiltrazione delinquenziale, al fine di mostrare come, pur nella condizione 'estrema' in cui l'occupazione deve aver smarrito la sana funzione di collante sociale e di difesa culturale, il 'lavoro' creativo continui a sbandierare il diritto di esistere quale baluardo di libertà". (Dalla Prefazione).