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A fronte del mutamento della portata dei nuovi fenomeni migratori, non è più procrastinabile il passaggio da una fase di gestione di tipo "emergenziale" a una prettamente progettuale, in grado di considerare la presenza di persone d'altrove in termini di risorsa per tutti. A tal fine, occorre coniugare progetti d'inclusione/integrazione a strategie didattiche orientate ai reali bisogni e al ben-essere dei soggetti interagenti. Da una prospettiva pedagogico-educativa, l'altro da sé, l'emigrazione, la vita in una società eterogenea e multiculturale, sono pertanto da considerare come opportunità di arricchimento e di crescita individuale e collettiva. Per tale ragione, la figura dell'orientatore interculturale, rappresentata dal militare Volontario congedato senza demerito, e progettualizzata in questo elaborato, potrebbe rappresentare un vero e proprio supporto della persona e un fondamentale ponte tra le culture, stabilendo connessioni, dialogo, reciprocità.