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Adolf Eichmann fu uno dei principali responsabili del massacro degli ebrei in Europa. In qualità di comandante del dipartimento IV-B-4 del RSHA (l'ufficio per la sicurezza del Reich), organizzò la deportazione di milioni di individui verso quei campi di sterminio in cui trovarono la morte. Dopo la seconda guerra mondiale, fuggì in Argentina e cambiò identità. Rintracciato dai servizi segreti israeliani fu trasferito a Gerusalemme dove, nel 1961, fu processato e condannato alla pena capitale. La sua impiccagione è, fino a oggi, l'unica sentenza di morte eseguita in Israele. Sergio Minerbi, in qualità di corrispondente della Rai, seguì il processo in tutte le sue fasi e ne pubblicò successivamente un resoconto dettagliato e drammatico riproposto ora in questo volume. Come l'autore mette in risalto, il processo servì non solo a condannare uno dei criminali di guerra più freddi e spietati (Eichmann, a sua difesa, si limitò a ribadire ossessivamente che egli obbediva a degli ordini "nel rispetto della disciplina, dei doveri militari in tempo di guerra, e del giuramento di fedeltà"), ma anche a fare per la prima volta piena luce sui piani per l'attuazione della Soluzione Finale e sulle modalità dello sterminio: la costruzione dei ghetti nelle principali città occupate, i campi di concentramento, le torture, gli esperimenti medici su cavie umane, le fucilazioni di massa, le camere a gas...