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Il primo scritto simmeliano sul denaro (Zur Psychologie des Geldes) risale al 1889 e precede di undici anni la prima edizione della "Filosofia del denaro" (1900). La riflessione sul denaro occupa quindi un tratto consistente del percorso intellettuale di Georg Simmel, un decennio cruciale nell'evoluzione del suo pensiero sociologico e filosofico. Accolta fin dall'inizio come un'opera stimolante e controversa, è fin troppo facile additare in Simmel il filosofo della crisi e individuare in quest'aspetto le ragioni dell'affinità tra il suo tempo, e il suo modo di esserne interprete, e la fase attuale. Non sono, o non sono soltanto, le tentazioni irrazionalistiche e vitalistiche che emergono dalla crisi a costituire il fascino attuale di Simmel, quanto la sua visione della crisi come possibilità permanente, mai definitivamente superabile, il rifiuto di schemi chiusi e «compatti» di pensiero che pretendano di fornire soluzioni e che non siano semplicemente costruzioni provvisorie, punti di orientamento in un processo senza fine di interpretazione.