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Come si può dare un senso alle proprie drammatiche esperienze? E come darne alle tragedie di tanti, troppi, compagni di scalata? Dopo aver raccontato la sua incredibile caduta in un crepaccio sulle Ande (il suo compagno di cordata tagliò la corda, abbandonandolo al suo destino) nella Morte sospesa , in questo libro, che vuole esserne un ideale seguito, Joe Simpson si ferma, fa un passo indietro e ricomincia dall'inizio. Dalla sua infanzia e adolescenza alle prime scalate sulle falesie di casa; dalle prime esperienze sulle Alpi agli incontri ravvicinati con la morte; dall'ampliamento dei propri orizzonti alle conseguenti spedizioni sulle Ande e in Karakorum. Simpson ripercorre le tappe della propria vita in un'autobiografia che diventa affresco dell'alpinismo inglese degli anni Ottanta e Novanta, fatto di personaggi spesso disadattati, veri e propri outsider, ma capaci, oltre che di sfidare e vincere le vette più impervie della terra, anche di compiere scelte coraggiose, creare amicizie profonde, sfidare tutto e tutti, con l'onestà di chi ha visto la morte in faccia molte volte e molte volte ha dovuto affrontare la perdita di un compagno. Nel raccontare la sua vita, Simpson cerca di dare un senso a tutto ciò, anche se un senso non si può trovare. È possibile solo giocare a questo gioco di fantasmi.