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Tra le mani una fittizia autobiografia del colonnello delle SS e comandante del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz Rudolf Höss, nel romanzo Rudolf Lang. Robert Merle tenta di ricomporre in coerente unità la "doppia natura" del famigerato assassino che il processo di Varsavia condannò all'impiccagione sul luogo stesso dei suoi crimini. Il lettore assiste alla ricostruzione della perversione, alla disumanizzazione di un uomo a partire dalla sua infanzia fino al "capitale" incontro col Partito Nazionalsocialista e al successivo incarico come ricercatore ad Auschwitz per portare alle estreme conseguenze la tecnica dello sterminio. Attraverso la fisionomia di Höss, Merle traccia le coordinate storiche della Germania dal 1913 alla sconfitta del nazismo, e lo fa con un tale distacco da lasciar scorgere chiaramente i tratti di un orrore senza fine.