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Maristella Bertero, nata nei primi anni del secondo dopoguerra, ha potuto sentire, fin dall'infanzia, i racconti di prima mano dei partigiani che hanno partecipato alla Resistenza nelle Langhe. Convinta che le grandi vittorie siano state conseguite con il contributo delle persone più semplici, degli eroi sconosciuti, ha voluto raccogliere la testimonianza di un uomo che, giovanissimo, è stato staffetta partigiana. Nel racconto di Lorenzo Rossello viene ricostruito un pezzo di storia di una regione dove "ogni lapide, ogni data, ogni fotografia ha infiniti episodi da raccontare", intrisi di dolore, ma anche di eroismo e generosità. Una storia "minima", raccontata da chi ha visto coetanei morti abbandonati in mezzo alle piazze o sull'erba gelata lungo le strade, eppure ha saputo superare il dolore, lo smarrimento, l'odio per costruire, dopo gli sconvolgimenti della guerra, una vita semplice e buona, di contadino che ha conosciuto la fatica e il sacrificio, ma anche l'amore e gli affetti di una famiglia.