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È giusto, fisiologico, 'normale' che un capo di Stato, un capo di governo, un ministro si occupino del prestito di opere d'arte tra musei dei rispettivi paesi? Su un piano culturale, e politico nel senso più alto e generale, è questa la domanda fondamentale che attraversa il libro che state leggendo. Dopo l'articolo 9 della Costituzione le relazioni culturali tra i popoli non dovrebbero passare attraverso scambi di grandi mostre, o di singole opere feticcio, decisi dalle diplomazie, dalla politica, dai mercati. Perché le opere d'arte non dovrebbero più essere pedine della ragion di Stato: ma testi su cui fare ricerca, e da restituire alla libera conoscenza dei cittadini. Invece, accade esattamente il contrario: come dimostra l'incredibile peripezia dell'Uomo Vitruviano di Leonardo, in queste pagine accuratamente ripercorsa con il doppio sguardo di un giurista e di uno storico dell'arte.