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"Deposito bagagli è una sorta di journal intime in cui ho annotato riflessioni tragiche e divagazioni comiche, terrori e frivolezze, e poi le nostalgie e le disperazioni di una vita doppia perché tagliata dal rasoio della sventura. La quale, impietosa, mi ha costretto a prendere atto che ho attraversato l'esistenza senza in realtà possederla: una sensazione sgradevole, a tratti angosciante, che alla svolta dei settant'anni ha suscitato in me il bisogno di tornare a camminare nel tempo per ritrovare un ultimo legame tra scrittura e vita. Mi sono così mosso dall'infanzia contadina alla maturità intellettuale, fino al bordo della notte incipiente. Compagni di viaggio sono stati, fra gli altri, Schopenhauer e Leopardi, Nietzsche e Camus, ma pure Battisti e De Andrè, Gaber e Vasco Rossi. Il rewind della memoria ha insomma risvegliato in me sia il lato esistenzial-filosofico che quello musical-canoro. Il risultato è questo singolare zibaldone, espressione cartacea dell'indicibile mai detto finora che ha trovato la via per depositarsi sulla pagina; soprattutto sull'ultima surreale pagina, dove il tragico - grazie ad una rondine - si trasforma nel comico, il quale più e meglio del tragico fa capire quale teatro dell'assurdo sia il mondo. Ecco perché ho voluto che alla fine risuonasse una risata beffarda: sfida metafisica ad un cielo per me vuoto di consolazioni ultramondane, ma anche protesta morale in nome di un dolore privo di colpa".