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Celandosi dietro la figura mitologica di Arianna, l'autrice mostra un interiore vulcano in eruzione provocato da fenomeni mastodontici che vorrebbe poter soffocare in un pugno lirico. Arianna intende affrontare sempre meglio le imprevedibili e difformi sfide della vita, ma quanto più si muove per evolvere, tanto più si sente cellula e camminando per il mondo a passi incerti, le ricorre un'inquietante domanda: esiste un'essenza divina nell'umanità? Con l'animo pervaso da una "smania di liberarsi di propositi sterili" l'autrice intraprende "un percorso ambiguo, eclettico ed eccentrico" dal quale emerge un sentimento di rivalsa. Simulando la continua intermittenza di bene e male e il conseguente alternarsi di vertigine e stabilità, le parole sfuggono ai consueti paradigmi interpretativi, attraverso un linguaggio estremamente creativo e mai delineato. Le inusuali scelte stilistiche si riflettono anche sulla punteggiatura spesso arbitraria e denotano il desiderio spregiudicato di uscire ad ogni costo dagli schemi rappresentativi.