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"Questo libro, dedicato allo scudetto numero quattordici della Juventus, l'ho scritto per ricordare, con tanta nostalgia, un calcio fatto di romanticismo, di tanta passione, di tanta fatica e sudore. Fatto di personaggi bizzarri e stravaganti, presidenti appassionati della propria squadra e veri e propri 'padri-padroni'. Allenatori filosofi, maghi e maghetti. Giocatori che siedono in panchina con la pelliccia o che portano la pistola. Nessuna traccia di procuratori, i calciatori sono di proprietà delle proprie società che dispongono, nel bene o nel male, del loro destino. È il calcio delle maglie 'pulite' dalle sponsorizzazioni. Rigorosamente numerate dall'uno all'undici, dove il due è il terzino destro, il tre il terzino sinistro, il sei il libero e così via. Dove la divisa del portiere (salvo qualche rara eccezione) è completamente nera, come quella dell'arbitro. Dove il pallone è bianco con i pentagoni neri e gli scarpini tutti neri, senza colori strani." (L'autore)