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A Bologna, come in molte città, nel Quattrocento il teatro si inventa. Nella seconda metà del secolo, l'età di Sante e di Giovanni II Bentivoglio (1446-1506), la città è teatro di significativi eventi festivi, nelle strade, nei cortili, nei palazzi, aperti a un'ampia fruizione. Entro spazi e tempi non quotidiani convergono uomini, linguaggi e forme espressive, specchio, qui come altrove, di una società che si propone nella sua dimensione ideale. Le grandi feste per nozze del secondo Quattrocento bolognese sono indagate facendo ricorso a varie tipologie di fonti, espressione del clima culturale della città che è centro potente e organizzato di promozione laica della cultura, finalizzata alla strategia politica della famiglia dominante, i Bentivoglio, che avvertono la convenienza della produzione di occasioni spettacolari volte ad affermare la propria potenza e autonomia, anche a costo di coagulare, intorno allo splendore, il dissenso, fino alla tragica caduta della dinastia (1506).