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Nelle varie accezioni di terra desolata o di spazio incolto e disabitato, di luogo verde lussureggiante o putrescente, di regione solitaria arida o semi-arida, oltre che nelle sue numerose risemantizzazioni mitiche e allegoriche, simboliche e metaforiche, dai vuoti urbani o esotici alle terre guaste o alle immense distese d'acqua, dalle valli di cenere ai luoghi abbandonati o alle devastazioni post-industriali, il deserto non solo è sempre stato un tema centrale e ossessivo della scrittura americana ma è anche emerso come un vero e proprio concetto critico che ha orientato ricerche e analisi letterarie e artistiche, culturali e storico-geografiche tra le più diverse. La nozione di deserto a sua volta inevitabilmente richiama, per contrasto e/o corrispondenza, un confronto con la più ampia e diversificata idea di spiritualità che non ha mai smesso di informare la tradizione americana fin dalle origini coloniali. Su questo confronto paradigmatico tra deserto e spiritualità si concentrano i contributi raccolti in questo volume, riarticolati e approfonditi dopo una loro prima presentazione e discussione in sede convegnistica ad Assisi, uno dei luoghi a sua volta più suggestivi della spiritualità cristiana d'Occidente. Il volume studia il paradigma deserto/spiritualità nella tradizione nord-americana in relazione a vari periodi, autori, generi letterari e sistemi di segni. I saggi in esso contenuti ripercorrono continuità e discontinuità della cultura dominante, dalla teologia dei padri puritani del Seicento e del Settecento ai paradossi della democrazia jacksoniana della prima metà dell'Ottocento; si addentrano poi nel Novecento ed esplorano le rielaborazioni del lascito eco-critico e naturalistico del romanticismo, il romanzo realistico tra le due Guerre, e alcune voci liriche tra le più profonde e suggestive del secolo; giungono alle più recenti culture di immigrazione che si sono distinte in vari campi dell'arte verbale, visuale e drammatica quali il romanzo e la video-arte, il teatro del dopo "11 settembre" e la poesia contemporanea; per oltrepassare infine impensate frontiere interplanetarie, come quelle marziane della letteratura e del cinema, o riattraversare quelle più note, transatlantiche, con lo sguardo europeo della settima arte.