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Conducendoci attraverso un viaggio nei più celebri labirinti della tradizione e della storia (evidenti allegorie di quello smarrimento che non è solo della memoria, ma anche del senso etico della nostra civiltà contemporanea), la poesia di Gallo non viene mai meno, nemmeno in questo libro, alla denuncia delle brutture e delle nefandezze dell'uomo, sul ciglio della propria autodistruzione a causa della sistematica predazione delle risorse del pianeta, come ben evidente in testi quali Permafrost, Allunaggi, Orse minori, Dissolutio Humani Generis («La sconfitta di ognuno / oramai divenuta / la sconfitta di tutti»). Sergio Gallo è vicino, quando affronta temi come questi, a tutta la nuova ecopoetry, diffusa soprattutto nel mondo anglosassone e ancora marginale nella poesia italiana contemporanea, il che dimostra il suo sguardo ampio per naturale vocazione, alieno da provincialismi claustrofobici, sempre dannosi in poesia. (Dalla Prefazione di Fabrizio Bregoli)