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Nel poemetto "La notte oscura di Maria" Ladolfi si misura con una tematica forte, quella di Maria - madre sorpresa nel momento topico del dolore, la morte del figlio. Tema difficile da trattare, certo. Il rischio è duplice: la banalizzazione da un lato, la tentazione di un'empatia eccessiva dall'altro. Ladolfi affronta il tema evitando entrambi: sul piano formale, una narrazione poetica legata al flash - back iniziale strappa, ex abrupto, il tessuto del piano temporale; l'effetto è una frammentazione del vissuto stesso di Maria, e con essa del genere umano, che evita da un lato ogni forma di preghiera catartica e, dall'altro, sospende il tempo in una serie di quadri poetici che drammatizzano e, in parte, deformano gli eventi, pur nella fedeltà del dettato storico-religioso, anche grazie ai tanti interrogativi aperti e irrisolti. Da ciò deriva un senso di spaesamento che rende il poemetto unico nel suo genere, difficilmente paragonabile alle meditazioni di un Marco Beck sulla figura mariana, a cui Ladolfi è affine per profondità di sguardo e sapienza narrativa, o alla focalizzazione sulla femminilità di Maria, come accade, ad esempio, in Daniela Raimondi... (Dalla prefazione) Prefazione di Giulio Greco. Postfazione di Ivan Fedeli.