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Il libro propone uno sguardo "inattuale" su filosofia e scienza, ipotizzando un colloquio tra Einstein e Parmenide, una riflessione teoretica sulla conoscenza, dove non ha luogo la storia. Il colloquio si svolge anche con Wittgenstein, Cantor, McLuhan, con Gorgia e Protagora, che "smascherano" gli inganni di Hegel e di Heidegger, gli "umoristi della logica". Tra il nostro dire, il nostro pensare e l'Universo c'è il baratro, l'abisso, il chorismós.