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Nel titolo "Idilli napoletani" vibra e scorre il palpito di un sorriso ironico. Qui, infatti, l'ironia è la nota fondamentale, naturalmente verso tutto e tutti, compreso l'autore stesso, che si trova coinvolto in ogni attimo e in ciascuna situazione in un giuoco di scambi, di straniamenti, di perdite di identità. La perdita di identità, purtroppo, è attualmente il tratto fondamentale della città di Napoli. Si dirà che questa non è una novità, perché il fenomeno riguarda il ritmo travolgente di cambiamenti del mondo moderno. È necessario tenersi sotto osservazione e vedere se si possa fare qualcosa di diverso, assumere un rapporto più umano, ma non per linee generali e generiche. Bisogna andare all'appuntamento con l'istante, con la nostra vita cittadina, che sta cambiando sul filo della perdita non solo di identità, ma anche di solidarietà, di partecipazione dei singoli all'affanno e alle aspettative della comunità. È questo l'invito, soffuso di malinconia del libro.