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Ispirandosi idealmente ad un volume di memorie famigliari di Pietro Citati del 1989 (Storia prima felice, poi dolentissima e funesta), l'Autore ha ripercorso il cammino della parte materna della sua famiglia in una storia che si può seguire fin dal secondo Ottocento. Ne esce fuori, in filigrana, anche il ritratto di una città lombarda, Cremona, ove nel 1919 nacque sua madre Elena, e di una famiglia di estrazione proletaria: vicende e persone sono spesso attraversate e talvolta addirittura vinte dal dolore e queste righe vogliono essere soprattutto un'occasione, seppure tardiva, per dare forma e volto a voci non sempre ascoltate come forse avrebbero meritato. L'invito finale, con un richiamo a un noto passo leopardiano, è rivolto all'esigenza di provare sempre a venirsi reciprocamente incontro, forse proprio in virtù del dolore che così spesso proviamo.