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L'indagine sull'essere vivente e sulla sensazione condotte da Aristotele nel "De Anima" e nelle opere biologiche pongono in luce molteplici corrispondenze teoriche con la nozione merleau-pontyana di percezione e l'ontologia del sensibile emergenti dalla "Fenomenologia della percezione" e dai "Corsi sulla Natura". In Aristotele e in Merleau-Ponty la riabilitazione epistemologica dell'esperienza sensibile conduce, sul piano ontologico, alla teorizzazione di una nuova idea di soggetto vivente e di Natura: il sinolo biologico in Aristotele e la nozione di Leib nei termini di chiasma in Merleau-Ponty. Inoltre la nozione aristotelica di sinolo presenta delle forti analogie con la concezione merleau-pontyana di corpo vivo (Leib). Da un lato i risultati speculativi conseguiti da Aristotele nelle ricerche biologiche (dove emerge che la maggior parte delle funzioni vitali si realizzano mediante una totale compenetrazione di anima e corpo), e dall'altro la teoria del sinolo da egli elaborata nel "De Anima" (secondo cui la sostanza vivente costituisce un'unità indissolubile di materia e forma), presentano molti punti di contatto con l'idea di embodiment che attraversa l'intera opera merleau-pontyana a partire dalla "Fenomenologia della percezione".