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La crisi che attanaglia l'economia dall'ormai lontano 2007 censisce quotidianamente la chiusura di imprese operanti in ogni settore. Quelle che riescono, a fatica, a superare il grave momento storico, registrano perdite rilevanti o ristrutturazioni penetranti. Quali politiche spettano agli Stati per fronteggiare questa situazione desolante? Salvarle tutte significherebbe un aggravio immenso per le finanze statali, salvarne solo alcune sarebbe contrario ai principi di uguaglianza e meritocrazia. Cosa fare dunque? Con un linguaggio semplice e accessibile, questo saggio ridisegna la geografia del mondo economico e finanziario, fornendo risposte utili alla comprensione di fenomeni complessi. La visione anticonformista dei rapporti tra Stato e mercato immerge il lettore in un ambiente denso di pregiudizi e luoghi comuni, sconfessati col ricorso a esempi concreti. L'avvicinamento alle materie economiche costituisce oggi uno sforzo ineludibile; la quadratura del cerchio è necessaria per spazzar via la nebbia che offusca la realtà.