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Secondo l'antica tradizione ebraica il sonno è un sessantesimo della morte e, come dopo io il trapasso, nell'inattività del torpore l'anima abbandona questo mondo e sale nell'aldilà per fermarsi al cospetto di Dio. È allora che allo spirito, privo finalmente di materia, sono trasmessi a volte i segreti della vita, il senso dell'esistenza e anche il futuro, che l'uomo può tuttavia modificare. Al momento del risveglio, però, non resta in noi altro che il ricordo di una visione spesso insignificante che lentamente dimentichiamo e cancelliamo dalla nostra mente. I segreti dei sogni sono celati nei grandi libri della mistica ebraica, scritti in lingua aramaica e destinati volutamente solo a pochi eletti. Cinquecento anni fa il grande rabbino cabalista di Costantinopoli, Salomone Almufì, dopo pressanti richieste, decise a malincuore di scrivere in libro in ebraico antico per rivelare il senso dei simboli scorti durante il sonno e il modo di cambiare l'eventuale cattiva sorte in essi nascosta. Questo testo in lingua italiana prende spunto proprio dall'opera originale di Salomone Almufì per analizzare e interpretare i sogni secondo il punto di vista dei maestri del Talmud, del Midrash e della mistica ebraica tradizionale.